Silvio Berlusconi nato a Milano il 29/09/1936 è un imprenditore e un uomo politico italiano. Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nel 1994 e dal 2001. Secondo Forbes è oggi l'uomo più ricco d'Italia e il 37° più ricco del mondo, con un patrimonio stimato nel 2005 in 12 miliardi di dollari. Leader di Forza Italia, il movimento politico da lui fondato.
Note familiari
È il primogenito di una famiglia della borghesia milanese. Luigi Berlusconi, il padre, ha un impiego alla Banca Rasini, dove lavorerà fino a diventarne procuratore generale, la moglie, Rosa Bossi, è una casalinga. Dal matrimonio nacquero anche una sorella e il fratello Paolo, imprenditore.
Si sposa nel 1965 con Carla Dall'Oglio, dalla quale ha avuto due figli: Maria Elvira detta Marina (1966) e Piersilvio (1968). Nel 1985 divorzia e ufficializza il legame con Veronica Lario (pseudomino di Miriam Bartolini), attrice, che sposa nel 1990. Da lei ha avuto tre figli: Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988).
Formazione
Nel 1954 consegue la maturità classica al liceo salesiano S. Ambrogio di Milano e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Statale, dove si laurea in legge nel 1961 con lode, presentando una tesi sul contratto pubblicitario, con la quale vince una borsa di studio di 2 milioni di lire messa in palio dall'agenzia pubblicitaria Manzoni. Alcune fonti non ufficiali, mai smentite, sostengono che abbia evitato di svolgere il servizio di leva allora obbligatorio.
All'università conosce Marcello Dell'Utri, che diverrà suo braccio destro negli affari e in politica, quando si occuperà della creazione del suo partito.
Attività imprenditoriale
Edilizia
Inizia ad occuparsi di edilizia nel 1961 con l'acquisto di un terreno in via Alciati (Milano), suo socio il costruttore Pietro Canali, garante il banchiere Carlo Rasini. Nasce la Cantieri Riuniti Milanesi.
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas: soci accomandanti Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico. Il socio accomandatario, cioè chi conferisce alla società i capitali, è la finanziaria Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG con sede a Lugano; gli anonimi capitali della finanziaria svizzera sono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord Centri Residenziali attraverso la Banca Rasini.
Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per edificare alcuni condomini. Nel 1968 nasce l'Edilnord 2, acquistando terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2. Nel 1969 Brugherio è completa con 1000 appartamenti venduti. All'epoca non mancò chi si pose interrogativi sulla provenienza degli ingenti capitali di cui disponeva il giovane imprenditore.
Stando alle dichiarazioni dello stesso Silvio Berlusconi, fu la liquidazione di Luigi Berlusconi - già direttore generale della Banca Rasini e poi collaboratore del figlio all'EdilNord e in molti altri momenti cruciali della sua vita imprenditoriale - che servì a finanziare la sua attività imprenditoriale.
Secondo altri la vicenda è molto meno limpida. Infatti, al tempo in cui Luigi Berlusconi era procuratore della Banca Rasini, questa entrò in rapporti d'affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figuravano nomi poi divenuti tristemente famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli e Carlo Sindona. La stessa banca Rasini fu indicata da Sindona e da altri "pentiti" come coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa. È evidente che indicazioni come queste assumono un significato rispetto ad alcune successive ombre della figura di Silvio (i presunti rapporti con la mafia, la tessera della P2 di Gelli).
Nel 1973 fonda la Italcantieri Srl e acquista, tramite l'avvocato Cesare Previti, la villa Casati Stampa con tutti i terreni ad Arcore.
Altre note biografiche antecedenti la carriera politica
Il 7 luglio 1974 Dell'Utri porta il giovane mafioso Vittorio Mangano, da Palermo nella villa ad Arcore di Berlusconi, che lo assume col ruolo ufficiale di fattore e stalliere. Ma Mangano si occuperà anche di accompagnare i figli di Berlusconi a scuola e di curare la sicurezza della villa. Berlusconi lo ebbe alle sue dipendenze fino alla fine del 1976, quando spontaneamente se ne andò, anche se scontò in quel periodo varie condanne ed era sospettato di aver rapito Luigi D'Angerio, amico di Silvio, il 7 dicembre 1974.
Il 26 maggio 1975 scoppia una bomba a ridosso di una abitazione di Berlusconi a Milano. Berlusconi dopo aver ricevuto varie minacce, si trasferirà per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.
Televisioni
In seguito il suo campo d'azione diviene il mondo dei media. Nel 1976 vi era stata una sentenza della Corte Costituzionale che aprì la strada all'esercizio dell'editoria televisiva anche ad emittenti locali, finora esclusiva soltanto dello Stato. Silvio Berlusconi nel 1978 fondò Telemilano, una televisione via cavo, operante nella zona di Milano 2, società che due anni dopo prese il nome di «Canale 5», assumendo la forma di network di più emittenti.
La nuova società trasmise nello stesso anno un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa l'Italia, chiamato Mundialito. Nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri governativi, ottenne dalla RAI l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre in differita l'evento fu seguibile anche nel resto d'Italia.
A partire dal 1981, Berlusconi pensò di disporre le sue emittenti locali come se fossero una unica emittente nazionale, registrando con un giorno di anticipo tutti i programmi e le pubblicità da trasmettere, in modo che possano essere pronti per essere mandati in onda in contemporanea.
Con l'acquisto di Italia 1 nel 1982 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Mondadori, il gruppo Fininvest, divenne il principale antagonista dell'ex monopolio televisivo RAI.
Ma la situazione che si creò appariva di fatto in contrasto con la legge in vigore, e con le sentenze della Corte Costituzionale, che sin dal 1960 (n. 59/1960) aveva mostrato il suo orientamento in materia, un tema ripreso anche dal più recente pronunciamento del 1981, dove viene riaffermata la mancanza di costituzionalità dell'ipotesi di permettere a un soggetto privato il controllo di una televisione capace di trasmettere a livello nazionale, considerando questa possibilità, visti gli spazi limitati a disposizione, come una lesione al diritto di libertà di manifestazione del proprio pensiero, garantito dall'articolo 21 della Costituzione.
Diversi pretori intervennero nel 1984, disponendo il sequestro, nelle regioni di loro competenza, del sistema che permetteva la trasmissione simultanea con il resto del Paese dei tre canali televisivi. In conseguenza di ciò, le emittenti Fininvest interessate dal provvedimento per protesta apposero sul video un messaggio, rinunciando così a una programmazione alternativa. Dopo quattro giorni, il governo, presieduto da Bettino Craxi, intervenne direttamente nella questione aperta dalla magistratura emanando un decreto legge in grado di rimettere in attività il network creato da Berlusconi, ma il Parlamento, invece di convertirlo in legge, lo rifiuta come incostituzionale e la magistratura poté riprendere la sua azione penale. Craxi allora vara un nuovo decreto, ponendo al Parlamento la questione di fiducia, riuscendo questa volta a farlo passare. La legge fu vagliata dalla Corte Costituzionale tre anni dopo, che la lasciò in vigore, ma tenendo conto della sua dichiarata transitorietà. Nel 1990 con la legge Mammì si tornava a legiferare in materia, senza l'introduzione però di limiti che compromettevano l'estensione assunta televisivamente da Berlusconi, stabilendo che non si poteva superare la proprietà di più di tre canali. L'approvazione della legge rinnovò forti polemiche, cinque ministri del Governo Andreotti si dimisero per protesta. Berlusconi, essendo state decise anche norme volte a impedire posizioni dominanti contemporaneamente nell'editoria di quotidiani, dovette cedere le proprie quote della società editrice del Giornale, che furono acquistate dal fratello Paolo. La nuova legge apriva anche la strada alla possibilità di usare la diretta, e obbliga ogni emittente a mettere in onda almeno un notiziario al giorno. Nel 1994 una nuova sentenza della Corte (la n. 420) dichiarò incostituzionale parte della legge, richiamando la necessità di porre limiti di concentrazione più stretti. Berlusconi continuò ad operare nel settore con concessioni a valenza transitoria.
Editoria
Nel campo editoriale è azionista di maggioranza di due tra le principali case editrici italiane, Mondadori ed Einaudi, e di alcune minori (Elemond, Sperling&Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona). Nel campo della distribuzione audiovisiva è stato per un certo periodo socio in Blockbuster Italia; controlla inoltre il gruppo Medusa Cinema.
Commercio
Berlusconi nel passato ha effettuato investimenti nel settore della grande distribuzioni, dai quali è però in seguito uscito, dopo avere posseduto per vari anni il gruppo Standa (venduto al gruppo Coin: la parte non-food è passata sotto il marchio Oviesse) ed Euromercato (venduto a Carrefour).
Milan
È proprietario del Milan dal 20 febbraio 1986 e ne è stato presidente fino al 2005, quando ha dovuto abbandonare la carica in seguito all'approvazione della legge sul conflitto d'interesse. È il presidente più vincente della storia della formazione rossonera, che sotto la sua reggenza ha conquistato 7 scudetti, 4 Coppe dei Campioni, 5 Supercoppe Italiane, 4 Supercoppe Europee, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa Italia e 1 Mundialito Clubs.
Attività politica
La discesa in campo
Nel 1994 Silvio Berlusconi entra in politica fondando Forza Italia, un nuovo movimento e partito politico.
La creazione di Forza Italia ebbe un notevole impatto sulla scena politica italiana. Con un partito nato ufficialmente solo due mesi prima delle elezioni politiche del 1994, Berlusconi vuole attirare l'elettorato italiano di centro e centro-destra rimasto senza partiti rappresentativi dopo gli scandali di Mani pulite. Di colpo, la scena politica italiana cambia aspetto, ed anche se molti analisti considerano tardiva l'entrata in scena di Berlusconi (a soli due mesi dalle elezioni), egli riesce a promuovere con successo la propria immagine di uomo nuovo.
C'è acceso dibattito su quali siano i motivi che hanno spinto Silvio Berlusconi ad entrare in politica. Alcuni fra i suoi oppositori sollevano dei sospetti sul fatto la discesa in campo è avvenuta dopo una situazione di forte indebitamento per le sue aziende e dopo che le stesse avevano subito varie inchieste giudiziarie. Berlusconi ed i suoi sostenitori indicano invece il motivo nel fatto che gli «eredi dei comunisti stavano per prendere il potere dopo aver scardinato la democrazia con l'uso politico della giustizia» nell'inchiesta di Mani pulite. (Per approfondimenti si veda la sezione su Il dibattito sulle ragioni dell'ingresso in politica)
La questione dell'ineleggibilità
Silvio Berlusconi per la mai abrogata legge 361 del 1957 (che all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del neo-segretario Massimo D'Alema, decise di rigettare il ricorso, permettendo l'ascesa politica di Berlusconi.
Cenni generali
Forza Italia è un movimento politico nato per identificarsi con il suo fondatore. Berlusconi si propone come liberale e liberista, l'alternativa alla vecchia politica, un imprenditore al servizio della politica. Il suo stile politico fa sì che si rivolga direttamente al popolo italiano con slogan semplici ed incisivi (Un presidente operaio, Un milione di posti di lavoro, Meno tasse per tutti): è celebre il suo contratto con gli italiani siglato in diretta televisiva alla trasmissione Porta a porta prima delle elezioni del 2001.
In linea di principio Berlusconi sostiene di voler trasferire le modalità di gestione di una grande azienda al governo della nazione: da qui l'insofferenza per la politica legata alle trattative tra i partiti e ai limiti che la Costituzione del 1948 pone al Presidente del Consiglio dei Ministri. Limiti che invece non hanno i premier di Gran Bretagna e Francia. Nella riforma costituzionale avviata nel corso del suo secondo governo, la parte che rafforza i poteri del premier è presentata da Berlusconi come il modo per rafforzare l'amministratore delegato dell'Azienda Italia, chiunque egli sarà. D'altra parte, il governo Berlusconi II non è stato solamente il più lungo della Repubblica Italiana, ma anche quello in cui è stato sostituito il maggior numero di ministri. Questo modo di intendere la politica, viene aspramente criticato dai suoi critici e avversari politici: essi ritengono che l'intreccio di interessi imprenditoriali, mediatici e politici renda spesso difficile comprendere se, e in quanta parte, varie leggi promulgate nel secondo governo Berlusconi siano state fatte ad personam: tra di esse si annoverano la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, la legge Cirami che amplia la possibilità di ricusare un collegio giudicante per "legittimo sospetto", la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni in genere, il lodo Maccanico sulla sospensione dei procedimenti penali in corso, con conseguente allungamento dei termini di prescrizione, per le cinque maggiori cariche dello Stato. Il programma di governo è generalmente liberista: tra le leggi di riforma promulgate spiccano quelle dei sistemi pensionistico, giuridico e scolastico.
La riforma fiscale, che fa parte del Contratto con gli italiani, non è stata ancora completata. Sul realismo di questo progetto le opinioni professate da governo e opposizioni divergono sostanzialmente; il primo ha affermato che è già stato in buona parte realizzato, ed ha promesso che nel 2006 verranno dati ulteriori sgravi fiscali, le altre che per le classi meno abbienti gli scarsi sgravi sull'IRPEF (ora chiamata IRE) sono stati più che annullati dall'aumento delle imposte locali e indirette, come i bolli.
La politica estera italiana degli ultimi anni ha segnato un riavvicinamento al tradizionale rapporto che ha legato per molti anni l'Italia agli altri stati dell'Alleanza Atlantica, appoggiando gli Stati Uniti d'America nella decisione della guerra in Iraq del 2003 (l'Italia comunque si è dichiarata non belligerante secondo quanto dice l'art. 11 della Costituzione. Il paese ha inviato truppe solo nel dopoguerra con compiti di stabilizzazione). In ambito europeo, Berlusconi ha espresso pubblicamente la volontà di implementare relazioni cordiali con la Russia e quella di sostenere l'entrata della Turchia nell'Unione Europea. Il suo governo ha varato leggi più restrittive in merito all'immigrazione illegale (la legge Bossi-Fini) e con l'intento di fermare quella clandestina ha cercato cooperazione con i Paesi dell'area mediterranea, volendo così garantire un controllo più adeguato alla frontiera meridionale dell'Unione Europea.
Campagna elettorale ed elezioni del 1994
Grazie anche ad una massiccia campagna elettorale per la quale Berlusconi sfrutta pienamente i propri canali mediatici e che scatenerà polemiche che si risolveranno nella discussa par condicio, le elezioni politiche del 27 marzo 1994 si risolvono in un successo per il suo partito consociatosi in un'alleanza con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e con la Lega Nord di Umberto Bossi; ma la sua prima esperienza di governo ha vita breve e si conclude in pochi mesi quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo.
Campagna elettorale 1996 e capo dell'opposizione fino al 2001
Le successive elezioni verranno vinte da L'Ulivo, la coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi. Berlusconi guiderà l'opposizione di centro destra fino al 2001. Durante la legislatura collaborerà con Massimo D'Alema alla Bicamerale, che si occuperà principalmente di riforme giudiziarie (per approfondimenti si veda la voce sulle riforme giudiziarie dell'Ulivo).
Campagna elettorale 2001 e capo del governo fino al 2006
Le elezioni del 2001 portano alla vittoria la coalizione di centrodestra capeggiata da Silvio Berlusconi. Durante la campagna elettorale Berlusconi aveva siglato, presso la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, il noto Contratto con gli italiani, in cui si impegnava in caso di vittoria a realizzare ingenti sgravi fiscali, dimezzamento della disoccupazione, avviamento di opere pubbliche, aumento delle pensioni minime e riduzione del numero di reati; impegnandosi a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.
Berlusconi viene per la seconda volta nominato Presidente del Consiglio, dando inizio al Governo Berlusconi II.
Governi presieduti
* Governo Berlusconi I, dal 10 maggio 1994 al 22 dicembre 1994.
* Governo Berlusconi II, dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005.
* Governo Berlusconi III, dall 23 aprile 2005 al 9 aprile 2006.
I temi caldi dell'attività politica e imprenditoriale
Conflitto di interessi e "Par Condicio"
Con riferimento al controllo dei mezzi di informazione si intende per conflitto di interessi l'incompatibilità fra la proprietà di testate giornalistiche o di emittenti radio televisive con l'assunzione di cariche pubbliche tali da consentire al titolare di tali cariche di controllare o influenzare la gestione di altre testate o reti concorrenti, il cui controllo, parziale o totale, sia appannaggio della cosa pubblica.
In particolare la proprietà da parte di Berlusconi delle reti Mediaset configurerebbe un conflitto di interesse nella misura in cui, nella sua veste di Presidente del Consiglio, egli fosse in grado di influenzare la nomina degli organismi dirigenti della RAI, televisione pubblica di cui il Ministero del Tesoro, tramite la RAI Holding, è azionista di riferimento. Attualmente il presidente della RAI è Claudio Petruccioli, di centro-sinistra, mentre il ruolo di direttore generale è ricoperto da Alfredo Meocci, esponente della Margherita. Mediaset comunque si attiene agli stessi criteri adottati dalla RAI nel garantire un'appropriata visibilità a tutti i principali partiti e/o movimenti (la cosiddetta Par Condicio).
Il Consiglio di Amministrazione della RAI è nominato, di comune accordo, dai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati. Sebbene entrambi i presidenti siano espressione della maggioranza è prassi consolidata che essi siano scelti in modo da poter essere accettati anche dalle opposizioni. La ragione di ciò risiede nell'alto profilo istituzionale di queste due figure, che rappresentano rispettivamente la seconda e terza carica dello Stato, subito dopo il Presidente della Repubblica, e che quindi sono tenute ad agire "super partes" in questioni riguardanti l'alto interesse nazionale. Attualmente queste due posizioni sono occupate, rispettivamente, da Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini.
È interessante notare che questo approccio è tipico del sistema politico italiano. La Costituzione Italiana, infatti, è stata approvata nel 1948, subito dopo l'era fascista, e, al fine di prevenire il ritorno a forme di governo dittatoriali, ha posto un'estrema cura nel bilanciare fra di loro i diversi poteri dello Stato, per evitarne l'eccessiva concentrazione in un'unica persona e/o istituzione.
Tuttavia secondo il settimanale britannico The Economist, Berlusconi, nella sua doppia veste di proprietario della Mediaset e Presidente del Consiglio, detiene il controllo di circa il 90% di tutto il panorama televisivo nazionale. Questa percentuale include sia le stazioni da lui direttamente controllate che quelle su cui il suo controllo può essere esercitato in maniera indiretta attraverso la determinazione o l'influenza nella nomina degli organismi dirigenti della televisione pubblica.
Il vasto controllo sui media esercitato da Berlusconi è stato più volte ricollegato alla possibilità che i media italiani possano essere soggetti ad una limitazione delle libertà d'espressione. L'Indagine mondiale sulla libertà di stampa 2004 (Freedom of the Press 2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, retrocesse L'Italia dal grado di 'Libera' (Free) a 'Parzialmente Libera' (Partly Free) sulla base dell'influenza di Berlusconi sulla RAI. Un grado raggiunto nell'Europa occidentale solo dalla Turchia (2005).
Reporter senza frontiere dichiara che nel 2004, "Il conflitto d'interessi che coinvolge il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vasto impero mediatico non è ancora risolto e continua a minacciare la libertà d'espressione". Nell'aprile 2004, la Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce alle critiche, obbiettandosi al passaggio di una legge votata da Carlo Azeglio Ciampi nel 2003, che i detrattori di Berlusconi ritengono sia destinata a proteggere il suo controllo dichiarato del 90% dei media nazionali.
Il dibattito sulle ragioni dell'ingresso in politica
Uno dei temi della vita di Silvio Berlusconi su cui si è molto dibattuto, sono le ragioni del suo ingresso in politica; i due aspetti più ricorrenti in di questo dibattito sono le sue condizioni economiche e giudiziarie prima e dopo l'ingresso in politica.
Alcuni fra i critici di Berlusconi sostengono che la vera ragione sarebbe quella di curare i propri interessi, ovvero di salvare le proprie azienze dalla bancarotta e se stesso da condanne giudiziarie. Diversamente, Berlusconi ed i suoi sostenitori affermano che la sua enorme ricchezza è una garanzia di onestà, in quanto egli non avrebbe nessun interesse ad utilizzare la politica per arricchirsi ulteriormente, e affermano inoltre che i processi intentati contro di lui sono cominciati solo dopo il suo ingresso in politica, frutto di un complotto dei suoi oppositori che avrebbero cercato di eliminarlo tramite delle persecuzioni giudiziarie.
Berlusconi ha inoltre spesso ricordato, sin dall'annuncio del suo ingresso in politica il 26 gennaio 1994 e durante tutta la sua carriera politica, che un motivo cruciale era di scongiurare il "pericolo comunista", rappresentato a suo parere dalla vittoria dello schieramento di centrosinistra:
"Nel '94 scesi in campo perché gli eredi dei comunisti stavano per prendere il potere dopo aver scardinato la democrazia con l'uso politico della giustizia."
(Silvio Berlusconi ne Il Giornale, 30 gennaio 2005, pag.5 )
L'espressione sull'uso politico della giustizia si riferisce all'inchiesta di Mani pulite.
aspetti imprenditoriali
Berlusconi si propone, ed è acclamato dai suoi sostenitori, come un imprenditore molto capace, e quindi come l'uomo giusto in grado di rendere più efficiente la burocrazia e riformare lo stato da cima a fondo. Alcuni stretti collaboratori di Berlusconi, hanno però in alcuni casi affermato che la difficoltà in cui si trovava la Fininvest nei primi anni 90 sia stato uno dei motivi della scesa in campo; ad esempio Marcello Dell'Utri:
"Silvio Berlusconi è entrato in politica per diferndere le sue aziende"
(Marcello Dell'Utri, 28 Dicembre 1994)
"[...] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Fraco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: «Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale» [...] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda"
(Marcello Dell'Utri, intervistato da Antonio Galdo; l'intervista è stata pubblicata nel libro Saranno potenti? (Spergling & Kupfer, 2003)
Riguardo all'indebitamento, risulta dal tradizionale rapporto di Mediobanca, che ogni anno analizza le dieci maggiori aziende italiane, che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992 7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, aumentata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono crescita zero (dopo molti anni di aumenti elevati ed ininterrotti), le Banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti.
aspetti giudiziari
Silvio Berlusconi ha più volte dichiarato che dopo il suo ingresso in politica è stato vittima di un persecuzione giudiziaria organizzata dai suoi oppositori.
"Appena sono sceso in politica, hanno cominciato a fischiare i proiettili delle procure eccellenti per rovesciare il mio governo"
(Silvio Berlusconi, 16 ottobre 1998)
"Da quando sono sceso in campo, la magistratura ha dedicato alla Fininvest un'attenzione e un impegno degni della maggior organizzazione mafiosa"
(Silvio Berlusconi, 24 novembre 1995)
Silvio Berlusconi annunciò il suo ingresso in politica nel gennaio 1994. Gia nel 1992 e 1993, la Fininvest, come tutte le altre grandi aziende nazionali, fu oggetto di indagini da parte del pool di Mani pulite e delle Procure di Torino e Roma.
Tali indagini riguardarono varie vicende: presunte tangenti (ai partiti per la gestione delle discariche lombarde e per le licenze del supermercato Le Gru di Grugliasco, a funzionari pubblici per la vendita dei "palazzi d'oro", e altre ancora per gli spot sull'AIDS), le false fatture di Publitalia, i finanziamenti ai congressi di partito e le frequenze televisive.
Silvio Berlusconi ha però più volte ribadito che le indagini hanno seguito la sua scesa in campo, e ha denunciato, presso la procura di Brescia, i magistrati Milanesi per il reato di "attentato a organo costituzionale"; la denuncia è stata archiviata, e nelle motivazioni si legge:
"Risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante, le iniziative giudiziarie [...] avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in campo""
(Carlo Bianchetti, giudice per le udienze preliminari di Brescia, ordinanza di archiviazione della denuncia, 15 maggio 2001)
D'altra parte la Corte d'appello di Venezia, già nel 1990 (ben 4 anni prima della sua discesa in campo), dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona che indagava sulla sua iscrizione alla P2: è salvato dall'amnistia del 1989.
I rapporti col mondo dell'informazione
Dichiarazione contro Biagi, Santoro e Luttazzi
Il 18 aprile 2002, durante la visita di Stato a Sofia in Bulgaria in qualità di presidente del consiglio, Berlusconi rese la celebre dichiarazione (soprannominata dai suoi detrattori il "diktat bulgaro"):
"L'uso che i Biagi, i Santoro e i... come si chiama quello là... ah sì, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è stato criminoso. Preciso dovere della nuova dirigenza Rai è di non permettere più che questo avvenga."
che ha suscitato diverse polemiche in Italia. Alcuni sostenitori di Berlusconi giustificarono l'allontanamento dei succitati conduttori come doveroso in uno Stato di diritto, perché i tre lo avrebbero diffamato e avrebbero usato in modo non appropriato il mezzo servizio televisivo pubblico, che secondo loro dovrebbe essere neutrale rispetto alla politica. Alcuni oppositori di Berlusconi sostennero invece che un servizio pubblico dovrebbe essere caratterizzato dal pluralismo e che un Paese in cui il governo impedisce alle voci ostili di andare in onda è un regime. I partiti di opposizione e la FNSI fecero inoltre notare che l'eventuale realizzazione della dichiarazione di Berlusconi avrebbe potuto creare un pericoloso precedente.
Berlusconi non eseguì in prima persona alcun allontanamento, anche se i suoi oppositori sostengono che ciò non significa che le sue dichiarazioni non abbiano sortito effetto. A partire dal dicembre del 2002 nessuno dei tre ha più lavorato in RAI. Luttazzi e Biagi non ottennero più alcun contratto, mentre Santoro rifiutò le proposte offertegli di conduzione di programmi in altre fasce orarie meno importanti. I programmi sostitutivi ebbero uno share minore.
Michele Santoro si rivolse alla magistratura del lavoro, lamentando la violazione del contratto firmato con la RAI, e vinse la causa con l'azienda televisiva. La sua elezione nel 2004 a europarlamentare nelle file dello schieramento di centrosinistra ha per il momento sospeso l'esecuzione della sentenza. Successivamente, Santoro si è dimesso da europarlamentare, chiedendo il reintegro immediato in RAI. Attualmente, una norma interna vieta a chiunque abbia svolto funzioni di parlamentare a livello nazionale o europeo di condurre trasmissioni durante il periodo di "par condicio". Tuttavia il rientro in tv del giornalista salernitano dovrebbe essere cosa fatta secondo l'amministratore delegato Meocci e il Presidente RAI Petruccioli.
La causa per diffamazione intrapresa da Silvio Berlusconi contro il giornalista Marco Travaglio, l'ex deputato Elio Veltri e gli Editori Riuniti, per i contenuti del libro L'odore dei soldi (causa nata in seguito all'intervista di Travaglio a Satyrcon), si risolse nella condanna in sede di civile dello stesso Berlusconi. Il giudice della prima sezione civile del tribunale di Roma respinse la richiesta di risarcimento e condannò il premier a pagare 15 mila euro di spese legali per il processo. Il legale di Berlusconi rispose annunciando l'impugnazione della sentenza. "È un provvedimento chiaramente ingiusto che contiene valutazioni errate".
La legge Gasparri e Retequattro
Una delle preoccupazioni del governo Berlusconi II è stata il sostenere pubblicamente la necessità del pluralismo in campo televisivo, anche facendo crescere notevolmente il numero di canali televisivi disponibili mediante la cosiddetta Legge Gasparri sul digitale terrestre. Tale legge si distinse a causa del suo iter particolarmente travagliato e per essere stata approvata dopo un rinvio alle camere del Presidente della Repubblica a causa della manifesta incostituzionalità di alcuni articoli.
Le crtiche più feroci alla proposta di legge giunsero dai partiti di opposizione, supportati dalla FNSI, e si concentrarono particolarmente sul cosiddetto sistema SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni). A questo proposito le opposizioni sostennero, durante il dibattito parlamentare, che la proposta di legge, pur lasciando immutati i limiti antitrust, li rendeva, di fatto, inefficaci allargando l'insieme su cui calcolarli. La percentuale del 20% non sarebbe infatti più stata calcolata sulle singole risorse, come i canali televisivi, ma su tutto l'insieme delle risorse di comunicazioni, televisive, radiofoniche ma anche giornalistiche e cartellonistiche.
A seguito del rinvio alle camere il governo varò, nel dicembre del 2003, un decreto legge, definito dalle opposizioni "Salva Retequattro", con cui veniva anticipata la parte della legge Gasparri riguardo al digitale terrestre, indicando una moratoria di quattro mesi dopo la quale sarebbe stata verificata l'effettiva diffusione dei canali digitali. Tale decreto permise al gruppo Mediaset di continuare le trasmissioni in chiaro di Retequattro, che a norma di varie sentenze della Corte Costituzionale avrebbe dovuto cedere le sue frequenze a partire dal primo gennaio 2004, mentre dalla stessa data Rai3 non avrebbe potuto trasmettere pubblicità. In entrambi i casi il motivo era legato al superamento del tetto del numero di canali nazionali disponibili: la Corte Costituzionale aveva infatti argomentato che essi non erano 15, ma bensí 12.
È comunque innegabile che il pluralismo televisivo rimane tale solamente sulla carta: RAI e Mediaset insieme superano il 90% dei telespettatori e delle risorse pubblicitarie.
Dissapori con la tv pubblica
Berlusconi non ha mai avuto un rapporto facile con la televisione pubblica, da lui spesso accusata di essere, se non totalmente schierata a sinistra, per gran parte controllata dai partiti dell'opposizione (soprattutto Raitre, definita da Berlusconi "una macchina da guerra contro il Presidente del Consiglio"). Al di là dei casi riguardanti i giornalisti Michele Santoro, Enzo Biagi e Marco Travaglio (di cui si parla in altra parte della pagina), questa visione è ovviamente ribaltata secondo il punto di vista dei suoi oppositori.
In piena campagna elettorale per le elezioni politiche, il 12 marzo 2006, Berlusconi ha preso parte al programma di Raitre "In 1/2 h" (In mezz'ora) condotta dalla giornalista ed ex-presidente della Rai Lucia Annunziata.
Al 17° minuto dell'intervista Berlusconi ha preferito lasciare lo studio e non proseguire l'incontro accusando l'Annunziata di muoversi sulla base di posizioni di pregiudizio nei suoi confronti e di aperta partigianeria in appoggio della sinistra. Video in versione Real player della trasmissione "In 1/2 h" del 12 marzo 2006 con l'intervento di Berlusconi.
Il presidente della Rai Claudio Petruccioli, pur definendo inaccettabili le accuse di Berlusconi alla tv pubblica, ha criticato l'operato di Annunziata che a suo parere doveva portare fino alla fine la sua trasmissione anzichè lasciare che fosse interrotta dopo diciassette minuti.
Il "berlusconismo"
Come già accennato, una caratteristica precipua di Berlusconi è il cercare rapporti per quanto possibile di amicizia personale con i suoi interlocutori. egli stesso ama ricordare i suoi trascorsi di gioventù come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera, e nel 2004 ha persino inciso un disco di canzoni napoletane composte insieme a Mariano Apicella. La sua cura per l'aspetto fisico è anche assai nota; è un convinto fautore del jogging, ha deciso di fare un intervento di lifting a dicembre 2003 e nei primi di agosto 2004 si è sottoposto al trapianto di capelli (la nota "bandana bianca" che il premier portava durante il suo incontro con Tony Blair doveva servire a celare i segni dell'intervento).
In politica estera, Berlusconi si è assai impegnato nello stabilire rapporti d'amicizia, non solo istituzionali ma anche personali, con diversi leader mondiali, e in particolare con il presidente americano George W. Bush, il primo ministro inglese Tony Blair, e il presidente russo Vladimir Putin. Dello sviluppo di tali rapporti Berlusconi ha fatto non solo una caratteristica distintiva della propria politica estera, ma anche un motivo di orgoglio da far fruttare a fini di politica interna. Durante i suoi incontri con la stampa, il premier ha sempre parlato dei rapporti instaurati con gli altri paesi come di un motivo di orgoglio della sua politica. Durante la visita ufficiale di Berlusconi negli Stati Uniti d'America, il 28 febbraio 2006, Bush definì con queste parole il suo rapporto con il presidente del consiglio italiano: "Il mio rapporto" con Silvio Berlusconi "non è personale, ma è strategico ed è importante per i nostri popoli ed è importante per gettare le fondamenta della pace. Ho imparato che Silvio è un uomo che rispetta la parola data. Un uomo che assicura stabilità. C'è anche qualche occasione in cui non andiamo d'accordo, ma almeno so come la pensa... Inoltre ogni volta che lo ricevo alla Casa Bianca mi si solleva il morale, perchè è una persona così positiva e così ottimista". Un altro tratto distintivo del modo del Cavaliere di porsi nei confronti del pubblico è il ricorso sovente all'umorismo, citando barzellette o "freddando" il suo interlocutore con battute sarcastiche . Questo caratteristica di Berlusconi è molto criticata dai suoi detrattori: ritengono che le sue battute siano eccessive e poco idonee al ruolo che egli ricopre. Un episodio in cui il sarcasmo del premier venne fuori fu quando, durante il semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea, a luglio 2003, egli rispose alle critiche del parlamentare europeo Martin Schulz (SPD), che aveva criticato il premier per i suoi trascorsi giudiziari, accusandolo di esportare il conflitto di interessi nel resto d'Europa. ("Signor Schultz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto"). Altre battute di Berlusconi che hanno fatto discutere sono state quelle sull'inferiorità della cultura islamica rispetto a quella occidentale, pronunciata poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, e l'affermazione secondo cui Mussolini non ha mai ucciso nessuno, e si limitava a "mandare la gente a fare vacanza al confino". Nel 2005 un'altra affermazione: "Se la sinistra andasse al governo il risultato sarebbe miseria, terrore e morte, come accade in tutti i posti dove governa il comunismo. Gli uomini della sinistra di oggi vengono tutti dal comunismo e hanno tutti lo stesso modo di fare politica, fondato sulla criminalizzazione dell’avversario.".
Questo suo modo di proporsi ha diviso l'opinione pubblica italiana in due fazioni incapaci di trovare un qualsivoglia accordo sulla sua figura.
Altra critica che gli venne mossa fu il suo rifiuto del confronto diretto. Dopo il faccia a faccia con Romano Prodi, prima delle elezioni politiche del 1996, e per 9 anni, ha sempre rifiutato un confronto a due con i suoi avversari in una qualunque trasmissione televisiva o radiofonica. Berlusconi si è sempre giustificato dicendo che non intendeva partecipare a confronti con gente che lo ha insultato. Tuttavia, all'indomani dei risultati delle elezioni regionali 2005, che avevano visto perdere la sua coalizione in 11 regioni su 13, si presentò a sorpresa a Ballarò di Giovanni Floris in onda su Raitre, offrendosi alla discussione con gli ospiti Massimo D'Alema e Francesco Rutelli.
Berlusconi visto dall'opinione pubblica estera
Germania
Nel 2005, esce "Bye bye Silvio Berlusconi" di Jan Henrik Stahlberg, un'irriverente commedia satirica su Silvio Berlusconi e l'Italia in generale. Il film verrà presentato e sarà in concorso alla 56esima Berlinale di Berlino. La pellicola è stata girata in economia, gli attori non sono stati pagati, il film è costato meno di 90 mila dollari. Paradossalmente l'opera di Stahlberg è già stata acquistata in molti Paesi europei (Germania, Francia, Ungheria, Polonia, Austria e Svizzera) mentre non ha ancora trovato distribuzione in Italia.
Gran Bretagna
La BBC sul suo sito internet ha dedicato una intera pagina (unico caso al mondo) alle gaffe di Berlusconi, intitolata "Berlusconi in his own words" (trad. Berlusconi, con parole sue).
Uno dei maggiori critici di Berlusconi tra i media stranieri è stato il settimanale britannico The Economist (soprannominato da Berlusconi "The Ecommunist"), che l'11 aprile 2001 gli inviò una lettera contenente 51 domande nel tentativo di risolvere alcune questione rimaste senza risposta, come:
* L'affare SME
* Le sue dichiarazioni spontanee
* La denigrazione di Romano Prodi
* La sua richiesta di medaglia d'oro
* Le sue altre prove
* La sua precedente carriera in affari
Berlusconi si rifiutò di rispondere e, il 2 maggio 2001, presentò un documento per diffamazione contro L'Economist alla corte di Roma, a cui l'Economist rispose pubblicando lettere aperte contro di lui.
Stati Uniti d'America
Il 21 agosto 2003, la trasmissione Wide Angle dell'emittente pubblica PBS (Public broadcasting service) trasmette un documentario su Berlusconi dal titolo The Prime Minister and the Press, un'inchiesta giornalistica sulla sua ascesa dalla televisione al vertice del governo italiano.
Il documentario, prodotto dalla Stefilm di Torino, dalla tv di stato finlandese Yle, dalla francotedesca arte e da Channel 13 di New York, sotto la direzione di Susan Gray, con il nome di Citizen Berlusconi (una somiglianza con Citizen Kane, il film di Orson Welles in Italia chiamato Quarto potere) è stato in seguito trasmesso anche in Svezia, Norvegia, Paesi Bassi, Finlandia, Australia e Svizzera. In Italia è giunto sotto forma di DVD, distribuito dal settimanale Internazionale.
Sembra che alcuni diplomatici italiani fecero pressioni all'estero perché il documentario non venisse trasmesso. In particolare la Norvegia accusò l'ambasciata italiana ad Oslo di censura, sostenendo che venne chiesta agli organizzatori dello European Documentary Festival di non trasmettere il documentario, adducendo come motivazione ufficiale che si trattasse di "problemi tecnici". La notizia, ripresa dalla tv norvegese NRK, venne in seguito confermata anche dai produttori italiani della pellicola.
La direttrice del festival e del Norsk Filminstitutt, Vigdis Lian, smentì però l'accusa, sostenendo che Citizen Berlusconi era un attacco personale al presidente del Consiglio italiano e che non sarebbe stata una buona idea trasmetterlo, visto che l'ambasciata italiana era tra i finanziatori del festival.
Svezia
La tv di stato, SVT, nel febbraio 2005, trasmette uno spot televisivo autopromozionale presentando Berlusconi come un modello di comportamento opposto a quello portato avanti da loro in Svezia. Usando come sfondo sequenze d'immagini che ritraggono Berlusconi e le sue televisioni, tratte dal documentario della PBS e insieme a loro coprodotto The Prime Minister and the Press, che ha documentato il pubblico scandinavo sulla questione dei suoi rapporti con i media, viene nello spot descritto come una persona che ha privato di libertà l'informazione italiana e che ha vinto competizioni elettorali grazie all'ausilio delle sue reti televisive.
Procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi
Alcuni dei procedimenti giudiziari a cui Silvio Berlusconi è stato sottoposto, si sono conclusi con una sentenza definitiva che ha riconosciuto la colpevolezza dell'imputato, per reati quali corruzione giudiziaria, falsa testimonianza, finanziamento illecito a partiti e falso in bilancio. In altri procedimenti Silvio Berlusconi è stato invece assolto nel merito, oppure le indagini sono state archiviate. Alcuni procedimenti inoltre sono ancora in corso. Nei processi in cui è stato riconosciuto colpevole di reato con sentenza definitiva, non è stato tuttavia condannato, grazie ad amnistia, attenuanti generiche causanti prescrizione, e nuove norme che hanno modificato il reato di falso in bilancio, approvate dal suo stesso governo.
Su tutti questi procedimenti giudiziari c'è acceso dibattito.
Berlusconi ed i suoi sostenitori affermano che questi processi sono basati su teoremi senza alcun riscontro di prove, e costituiscono una persecuzione giudiziaria orchestrata delle toghe rosse, ovvero da magistrati vicini ai partiti e alle ideologie di sinistra, che utilizzerebbero illegittimamente la giustizia a fini di lotta politica. Essi affermano inoltre che Berlusconi è uscito a testa alta da tutti i processi, pienamente scagionato da ogni accusa.
I critici di Berlusconi sostengono invece che i processi sono iniziati ben prima della scesa in campo, che se non fosse entrato in politica sarebbe finito in bancarotta o in galera, e che proprio grazie alle leggi "leggi ad personam" varate dal suo governo ha evitato di essere condannato; e riguardo all'accusa sulle "toghe rosse", essi sostengono che Berlusconi, rispetto ad altri imputati, è stato fortunato nel vedersi riconoscere le attenuanti generiche dai giudici, cosa che ad esempio non è avvenuta per Cesare Previti, condannato in primo e secondo grado per una stessa vicenda.
Di seguito viene fornito un riassunto delle sentenze per capo d'imputazione:
Sentenze di colpevolezza
Reati estinti per prescrizione con concessione di attenuanti
La Corte di Cassazione ha ribadito che, riguardo ai casi di prescrizione dovuta alla concessione di attenuanti, "Qualora l'applicazione della causa estintiva della prescrizione del reato sia conseguenza della concessione di attenuanti, la sentenza si caratterizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell'imputato ed è fonte per costui di pregiudizio" (Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza n. 5069 del 21 maggio 1996). Di seguito le sentenze che ricadono in tale categoria:
* Lodo Mondadori, corruzione giudiziaria (attenuanti generiche, sentenza definitiva)
* Caso All Iberian 1, 23 miliardi di tangenti a Craxi (attenuanti generiche, sentenza definitiva)
* Sme-Ariosto 1 - imputazione sui 434.404 dollari a Renato Squillante, corruzione giudiziaria (attenuanti generiche in I grado, appello cancellato dalla legge Pecorella)
* Caso Lentini, falso in bilancio (attenuanti generiche e nuova legge intervenuta, sentenza definitiva)
Reati estinti per intervenuta amnistia
* Falsa testimonianza P2 (amnistiato, sentenza definitiva)
* Terreni Macherio, imputazione per uno dei due falsi in bilancio (amnistiato, sentenza definitiva)
Imputazioni che non costituiscono più reato
* Caso All Iberian 2 (falso in bilancio, sentenza di I grado)
Assoluzioni per insufficienza di prove
* Sme-Ariosto 1 - imputazione su vendita Iri, corruzione giudiziaria (insufficienza di prove in I grado, appello cancellato dalla legge Pecorella)
* 4 Tangenti alla guardia di finanza (insufficienza di prove per stabilire se le abbia autorizzate Silvio Berlusconi o il fratello Paolo, sentenza definitiva)
* Medusa cinematografica, falso in bilancio (assoluzione con formula dubitativa, in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essersene accorto, sentenza definitiva)
* Sme-Ariosto 2, falso in bilancio (stralciato in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
Assoluzioni nel merito
* Sme-Ariosto 1 - imputazione su due versamenti a Renato Squillante, corruzione giudiziaria (assoluzione piena in I grado, appello cancellato dalla legge Pecorella)
* Terreni Macherio, imputazione per appropriazione indebita, frode fiscale, e uno dei due falsi in bilancio (assoluzione nel merito, sentenza definitiva)
Indagini archiviate
* Bilanci Fininvest 1988-1992, falso in bilancio e appropriazione indebita (calcolo prescrizione in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
* Consolidato Fininvest, falso in bilancio (calcolo prescrizione in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
* spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest (archiviazione per insufficienza di prove)
* traffico di droga (l'indagine non ha rilevato nulla di penalmente perseguibile)
* tangenti fiscali Pay-tv
* Stragi 92-93, concorso in strage (scadenza dei termini d'indagine)
* Concorso esterno in associazione mafiosa assieme a Marcello Dell'Utri, riciclaggio di denaro sporco (scadenza dei termini d'indagine)
Procedimenti in corso
* Diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita (indagini in corso)
* Mazzette a David Millis, corruzione giudiziaria (indagini in corso)
* Telecinco, violazione della legge antitrust spagnola e frode fiscale (sospeso in attesa che Berlusconi non sia più presidente del consiglio)
Riconoscimenti
Il 2 marzo 2006, negli Stati Uniti d'America, durante l'annuale celebrazione del "saluto alla Liberta", Silvio Berlusconi è stato insignito del premio Libertà Intrepid 2006, consegnatogli a bordo della Intrepid, una nave da guerra ormeggiata a New York e trasformata in museo galleggiante.