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Ultimo Aggiornamento: 13/09/2006 13:27
spy74
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03/03/2006 16:31
 
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CONTINI: «FINALMENTE MUCCIOLI ESCE ALLO SCOPERTO»
Comunicato stampa diramato alle ore 13:31 del 3 marzo 2006.

ROMA, 3 marzo 2006 – Ha aspettato fino all’ultimo. Unico, insieme a Don Gelmini, tra le centinaia di operatori del settore pubblico e privato a non contestare la nuova normativa sulle droghe partorita dal Governo, finché ha avuto qualche speranza di ottenere ciò che fortemente voleva (o pretendeva, viste le promesse ricevute dai rappresentanti della maggioranza) ha preferito non pronunciarsi. Contrariamente a quanto ha fatto Don Gelmini, non ha esultato dopo l’approvazione della legge, ma ha tentato in tutti i modi di esercitare tutta la pressione di cui era capace per tentare, in extremis, di “correggerla”, di modificarla in senso ancora più restrittivo.

Ora, preso atto del deludente risultato, Andrea Muccioli esce allo scoperto e sfoga tutto il proprio risentimento nei confronti di quegli esponenti politici che per cinque anni l’avevano rassicurato promettendogli un’altra legge. Diversa, più dura. Ancor più cinicamente ottusa di quella esistente.

Non è possibile capire nulla di quanto è successo negli ultimi mesi, se non si considera l’enorme peso e il potere di condizionamento che una realtà come San Patrignano è in grado di esercitare sulla classe politica.

Se la stessa Letizia Moratti - da sempre grande sponsor, finanziatrice e amica della famiglia Muccioli – si è spinta ad affermare (lo ha fatto anche recentemente sulle pagine de “L’Espresso”) che il suo non è che un modesto contributo, una goccia nel mare di finanziamenti che arrivano a quella realtà, è forse possibile individuare un ordine di grandezza che si avvicina molto a quello del PIL di uno Stato non piccolo.

E infatti, la cosiddetta “città modello” è in realtà più simile a un vero e proprio Stato nello Stato che, esattamente con lo stesso metodo e la stessa prepotenza esercitati dalle gerarchie vaticane, preme su un ceto politico ormai incapace di agire autonomamente su propria iniziativa, per ottenere ciò che considera gli sia dovuto.

In più di un’occasione abbiamo definito gli esponenti di questa maggioranza dei “buoni a nulla, capaci di tutto”. L’ira di Muccioli conferma la loro incapacità e inadeguatezza a conseguire quei risultati che pure noi da sempre abbiamo osteggiato in ogni modo.

Ora non siamo noi, ma il leader di San Patrignano a dire che «il rimedio è stato peggiore del male», che «hanno partorito un papocchio elettorale sulla pelle della gente». Eppure i suoi obiettivi erano, sono sempre stati e restano tuttora diametralmente opposti ai nostri.

Ma a questo punto, in piena campagna elettorale, il rischio è un altro. È quello che dalla parte opposta (dove gli amici della famiglia certamente non mancano) si faccia a gara per entrare nelle grazie di San Patrignano. Non si tratta di un rischio remoto, se si considera che i segnali in questo senso non sono mai mancati.

In fondo, la vecchia Jervolino-Vassalli, prima delle modifiche apportate dal voto referendario, a loro andava più che bene. Lo si evince dalle parole di Muccioli riportate da Gian Antonio Stella e lo conferma la stessa Letizia Moratti, che ritiene quella «una buona legge».

Il problema vero si è posto per loro dopo il 1993. Quello fu un duro colpo per Vincenzo Muccioli e per ben tredici anni tutti coloro che orbitano intorno a San Patrignano hanno atteso di poter porre rimedio a quello che considerano, per usare parole del Vicepremier Fini, «un vero e proprio scempio». Proprio così: la volontà del corpo elettorale, quando non va nella direzione voluta da lor signori, diventa “scempio”.

Non ci resta che continuare a vigilare denunciando, come sempre abbiamo fatto, ogni tentativo di sopruso, nella speranza che non riesca questo centrosinistra ad accontentare la Muccioli Holding meglio di quanto il centrodestra è stato capace di fare. Tutto sommato, basterebbe loro restaurare la legge 309 così com’era scritta nel 1990. Un colpo di spugna per cancellare il volere del popolo italiano. Certo, un po’ arduo da chiedersi esplicitamente per chi conservi un minimo di senso del pudore, ma qui da noi – purtroppo – si è sempre fatto un po’ così…
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